16 Dicembre

Per non dimenticare

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L’anno scorso il presidente Fini ha organizzato un convegno con intervenuti storici e studiosi ebrei, per non dimenticare quando accaduto hanno appeso una targa commemorativa nella sala della Regina, questo non solo in memoria dei 6 milioni Ebrei (di cui 2 milioni di bambini),ma soprattutto per non dimenticare le leggi razziali che hanno colpito anche i 5 milioni di zingari, omosessuali, comunisti, slavi e altri individui considerati indesiderabili, all’incontro hanno invitato anche una piccola delegazione della federazione Nazionale Rom e Sinti insieme, come ospiti.

Questo anno il presidente della camera, Gianfranco Fini organizza un altro convegno, un convegno che riguarda le popolazioni dei Sinti e dei Rom, ed ha invitato la Federazione Nazionale Rom e Sinti Insieme ( Presidente federazione, Radames Gabrielli) e la federazioni Romanì, le due federazioni che contano tutte le associazioni di Sinti e Rom sul territorio Italiano.  L’incontro si terrà il :  16 Dicembre alle ore 11.00 alla Sala del Mappamondo alla Camera, parteciperà il Vice Presidente Maurizio Lupi. Questo per noi sinti e rom ha un grandissimo significato, perchè significa che finalmente anche l’Italia sta dichiarando pubblicamente che anche le popolazioni dei Sinti e dei Rom sono state colpite dalle leggi razziali, perciò popolazioni  colpite durante la seconda guerra mondiale.
Per noi e per tutta la popolazione maggioritaria è un grandissimo momento per ricordare e non dimenticare mai più, che le leggi razziali hanno colpito duramente anche le popolazioni dei Sinti e Rom in Italia.
Le

Leggi razziali

Estate- Autunno 1938 – anno XVI dell’Era Fascista.

L’emanazione delle leggi razziali fu l’inizio di un  orrendo calvario per gli ebrei italiani e l’alleanza con la Germania nazista ed il precipitare degli eventi bellici fu determinante per il loro destino. Il regime nazista infatti teorizzava lo sterminio della razza ebrea su tutto il vecchio continente come soluzione ad ogni difficoltà economica e sociale, oltre all’idea delirante che la superiore razza ariana si sarebbe così purificata da contaminazioni di ebrei, slavi e zingari.
(popolazioni, Sinti e Rom )  Dalla teoria alla pratica il passo scellerato fu breve: nel 1938 entrarono in vigore le Leggi Razziali in Italia e poi, con lo scoppio della guerra, in ogni paese europeo occupato dagli eserciti nazifascisti.
Tali leggi avevano dunque lo scopo di emarginare i cittadini di razza ebrea dalla vita pubblica, compresa l’espulsione dalle scuole d’insegnanti ed alunni ebrei, l’espulsione dall’esercito e la cessazione delle attività commerciali.
In un secondo tempo si giunse anche all’espropriazione degli ebrei dalle loro case e la loro raccolta in zone chiuse delle città chiamate ghetti, anticamera dei campi di concentramento ancora in costruzione. Il campo di concentramento e sterminio si differenzia dal carcere comune o militare soprattutto per tre ragioni:
1) uomini, donne e bambini sono imprigionati senza un regolare processo; 2) il periodo di confinamento è indeterminato; 3) le autorità che gestiscono il campo di concentramento esercitano un potere arbitrario e illimitato.
Nel periodo fra il 1941 ed il 1945 l’Europa Centrale era disseminata di campi di sterminio, costruiti per portare a termine quella che i nazisti definirono la Soluzione Finale alla questione ebrea in Europa.  I nomi tristemente famosi d’ Auschwitz – Birkenau , Bergen – Belsen, Mauthausen, Treblinka e Buchenwald sono solo alcuni degli oltre venti campi in cui fu compiuto l’eccidio di 6 milioni di ebrei (di cui 2 milioni di bambini) e 5 milioni di zingari, ( popolazioni, Sinti e Rom ), omosessuali, comunisti, slavi e altri individui considerati indesiderabili.
Coloro che non venivano eliminati al momento stesso dell’arrivo nei campi o che rientravano in particolari categorie di internati erano costretti a estenuanti lavori forzati. Molti prigionieri vennero impiegati come cavie in sperimentazioni scientifiche e mediche. Le Leggi Razziali vanno a costituire un insieme di provvedimenti legislativi aventi in comune la presunta difesa della razza biologica prevalente in Italia ed in Europa, vale a dire la razza ariana. Tali leggi contengono anche affermazioni di merito riguardo alla superiorità della razza ariana rispetto alle altre rappresentate come non pure e inferiori e cioè la razza ebraica, negra , slava e gli zingari. ( popolazioni, Sinti e Rom ), Tali atti legislativi seguono a pressioni in tal senso esercitate dall’alleato germanico, che solo un anno prima aveva promulgato le Leggi di Norimberga, di contenuto francamente persecutorio nei confronti della razza ebraica.
Le Leggi Razziali sono numerose e riguardano pressoché tutti gli aspetti del viver civile, l’istruzione, i matrimoni, il lavoro, l’esercito, le attività commerciali.

Ripristinata la targa dopo i vandalismi

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Dopo i ripetuti vandalismi causati alla targa commemorativa in ricordo dei Sinti deportati e periti durante la seconda guerra mondiale, deposta il 27 maggio 2009, Il comune di Bolzano, per la seconda volta l’ha rimessa a nuovo,
oggi un po’ più grande e un po’più in alto, ricoperta da un sottile lastra di plastiflex, in modo che se i vandali ritornassero a sfregiarla, si possa pulire senza nessun problema di restauro o altro. Noi dell’associazione Nevo Drom e ha nome di tutti i sinti, ringraziamo veramente con tutta sincerità il Sindaco Luigi Spagnolli e tutti quelli che hanno reso possibile il ripristino dell’importantissima targa commemorativa, grazie di cuore per la cura e la velocità nel riparare al vandalismo causato da persone senza onore. Persone che spero non commettano mai più un così grande sacrilegio. Radames Gabrielli

10 dicembre 

I Sinti, culture e lingue dal Sindh all’Europa

sindh2_small.jpgFare una ricerca su internet per saperne di più sui Sinti è un impresa non facile e qualche volta si scopre anche poco veritiera; questo perchè è chiaro a tutti che su internet si può aggiungere tutto quello che si pensa e si vuole, a propria convinzione e piacimento, ma la speranza di tutti è che tutto quello che troviamo sia tratto da realtà concrete e sicure, e non da supposizioni, poi scoperte errate.
Da dove deriva il nome “Sinti”.
Facendo delle ricerche sui sinti si scopre (si presume) che essi provengono dall’India, ma come si nota il loro nome “Sinti” si combacia benissimo con il nome della regione Sindh, (Sinti/Sindh) una delle 4 province del Pakistan, la seconda più popolosa ed è la patria del popolo Sindhi, le regioni limitrofe sono il Belucistan ad ovest e nord, il Punjab a nord, il Rajasthan (India) ad est e il Mar Arabico e il Gujarat ( India ) a sud. Le lingue principali sono il Sindhi e l’Urdu.
La città principale è la capitale Karachi, dove si concentrano i muhajirun e che fu capitale del Pakistan fino al 1958. Un’altra grande città è Hyderabad, l’antica capitale del Sindh. Il Sindh conta 23 distretti. L’origine del nome è nel sànscrito Sindhu che significa “mare” o “oceano”, a causa la dimensione del Grande Fiume (Indo) nella parte occidentale. Il nome Sindh viene dall’ Indo – Ariano le cui leggende narravano che il fiume Indo sgorgasse dalla bocca di un leone o Sinh-ka-bab. Nel Shrimad Bhagavatam è menzionato come parte di Abhirrdesh (regno Abhira). In passato esistevano due regioni in quest’area: Sindh ad ovest, che si estendeva fino alla città di Multan e Hind (India moderna) ad est. Moltissime persone di cui anche gli stessi Rom, affermano che i Sinti non esistono, oppure che sono sottogruppi della popolazione dei Rom, senza rendere conto della storia che racconta direttamente che il nome e la provenienza dei Sinti giunge dalla regione Sindh, e che fu conosciuto con diversi nomi nel  passato: gli Assiri (già nel settimo secolo a.C.) lo conoscevano come Sinda, i Persiani come Abisind, i Greci come Sinthus, i Romani Sindus, i Cinesi come Sintow, mentre per gli Arabi era ilSind.
Da questi dati si capisce benissimo l’esistenza e la provenienza dei Sinti, la metamorfosi fra ieri ed oggi e pochissima, secoli fa ed ancora oggi la loro denominazione è: Sinda, Sinthus, Sintow, Sindus, Sind e la storia dei Sinti raccontata e tramandata oralmente, senza scritti di nessun genere, racconta che il loro vero nome era ed è ancora – Sinti – e la loro lingua madre si chiama – sinta –sintencricip, è da quando i racconti dei vecchi si ricordano, fino ad oggi il denominativo dei sinti e variato di pochissimo, infatti ancora oggi si definiscono con l’appellativo di Sinti.
Da queste indicazioni, (di sicuro non complete) si scopre che la lingua romanì e il popolo dei Rom è completamente estraneo da queste regioni, come si nota nelle pagine soprastanti non compare ne la popolazione dei Rom e nemmeno la loro lingua (romanì) contrariamente la popolazione dei Sinti si nota in varie parti del mondo, con un solo nominativo, e il significato e quasi sinonimo per ogni popolo, che sia Cinese o Greco… Sinda, Sinthus, Sintow, Sindus, Sind, Sindh, Sindhieguale a Sinti, Sinto, Sinta, Sintengri.
Come volevo far vedere il nome Sinti – Sinto – Sinta, hanno una discendenza e un significato certo e sicuro, la loro provenienza non lascia dubbi, sembra proprio che i Sinti discendono dalle popolazioni della Regione Sindh nel Pakistan, si e trovato che anche nel loro parlare ci sono tantissime parole che combaciano, logicamente il lungo viaggiare per il mondo, tantissime parole sono andata perse, solamente le loro tradizioni culture usi e costumi sono rimaste quelle di sempre.
Etnie nel Pakistan. Il gruppo etnico più numeroso è il punjabi seguito da quello dei Sindhi; altre minoranze, di stirpe iranica, sono i pashtun (che hanno nell’ Aghanistan la loro patria originale) e i balochi (presenti sia in Afghanistan che nell’Iran sud-orientale). Infine vi sono i muhajir (lett.: “emigrati”), propriamente non un gruppo etnico in quanto con questo termine si designano i profughi musulmani giunti dall’India dopo la spartizione. Ci sono anche apprezzabili minoranze di altri gruppi etnici immigrati come i bengali, concentrati a Karacji.
Tante sono le persone che non accettano le verità raccontatagli dai propri avi, vanno alla ricerca di verità nuove, senza curarsi se sono veritiere, li accettano solo per un ragionamento fatto nella loro mente, leggono un po’ di libri ed ecco che gli sembra di essere al di sopra di tutti, si pensano superiori ad altre persone, pensano di avere il sacrosanto diritto ad inculcare nelle menti che la loro provenienza, tradizione, popolazione, lingua non è quella raccontata e tramandata dai propri avi, ma bensì quella detta e scritta sui libri da ricercatori seri e veritieri. (Questo non riguarda le popolazioni dei Sinti, perchè credono fermamente ancora nelle tradizioni tramandatogli dai propri avi)
Il nome “Rom” significa “Uomo” io non so molto della popolazione dei Rom, anche perchè nella mia grande famiglia si e sempre parlato di Sinti e mai di Rom, per secoli si è sempre vissuto solo con le popolazioni dei Sinti in tutto il mondo, per varie e mille ragioni, una ragione molto valida era/é la loro lingua madre, in ogni parte del mondo tutti i Sinti parlano la stessa lingua, magari dei dialetti un po’ diversi ma la stessa lingua, (Sinta – Sintengricip) avevano/hanno la stessa tradizione, usanza, cultura, ecc, mentre la popolazione dei Rom era/è molto diversa, perfino la loro lingua per il sintencricip era ed è ancora oggi incomprensibile.
Ci sono tanti Rom che dichiarano che i Sinti e i Rom sono una popolazione unica, una grande popolazione sola, con una sola tradizione, lingua eccetera, ma dichiarare che siamo un popolo solo mentre abbiamo delle culture, tradizioni, usanze usi, costumi e lingue completamente diversi dall’uno all’altro, questo è errato ed incomprensibile, perchè perfino per capirci tra di noi dobbiamo parlare in lingua italiana.
Poi se guardiamo bene il loro nome “Rom” che significa “Uomo” non può essere un denominativo di una popolazione, se non è che loro discendano dalla popolazione degli Indiani d’America denominata “il popolo degli uomini”.
I Rom sono (plurale: Roma; in lingua romanes/romanì: rom) uno dei principali gruppi etnici della popolazione di lingua romanes/romanì, (anche detta degli “zingaro o dei gitani”) che si presume essere originaria dell’India del nord.
La caratteristica comune di tutte le comunità che si attribuiscono la denominazione rom è che parlano – o è attestato che parlassero nei secoli scorsi – dialetti variamente intercomprensibili, costituenti appunto il romanes/romanì, che studi filologici e linguistici affermano derivare da varianti popolari del sanscrito e che trovano nelle attuali lingue dell’India del Nord Ovest la parentela più prossima.
I rom propriamente detti sono un gruppo etnico che vive principalmente in Europa, distribuiti in una galassia di minoranze presenti principalmente nei Balcani, in Europa centrale e soprattutto in Europa Orientale, dove vive circa il 60-70% dei rom europei, benché la loro diaspora li abbia portati anche nelle Americhe ed in altri continenti. Si definiscono essi stessi rom e parlano la lingua romanes/romanì , diffusa soprattutto nell’Europa dell’Est.
I rom in Italia, nel linguaggio giornalistico ed in quello comune, vengono a volte erroneamente definiti “rumeni” o “slavi”, in realtà non esiste alcuna connessione tra il termine “Rom” e il nome dello stato di Romania, il popolo di lingua neo latina dei rumeni o la lingua rumena, mentre gli slavi appartengono a differenti gruppi etnici e linguistici
Le lingue indoarie sono un ramo della famiglia linguistica indoeuropea. Esse formano un sottogruppo delle lingue indoiraniche, insieme alle lingue iraniche.
La lingua romanì è parte del fenomeno della diaspora (un termine di origine greca che descrive la migrazione di un intero popolo costretto ad abbandonare la propria terra natale per disperdersi in diverse parti del mondo) delle lingue indiane parlate da comunità nomadi di origine indiana fuori dell’India.
Il nome Rom, termine con cui si definiscono coloro che parlano questa lingua, ha termini analoghi in altre comunità nomadi che parlano linguaggi originari dell’India oppure che usano un vocabolario di origine indico:i Lom del Caucaso e dell’Anatolia hanno termini di origine indica in espressioni e termini di origine Armena. I Dom mediorientali, originariamente lavoratori del ferro e dell’intrattenimento (musica, danza, etc.) parlano il domari, una delle più conservative lingue indoarie.
Nella valle Hunza del nord del Pakistan c’è una popolazione chiamata i Dum, che sono lavoratori del ferro e musicisti, che parla una lingua dell’India centrale che non ha attinenza con l’Urdu e l’Hindi.
L’autonimo dom > řom sembra avere originariamente designato una casta ed è usato tuttora in diverse regioni da popolazioni differenti aventi caratteristiche sociali simili. Queste popolazioni parlavano, e tuttora parlano, lingue differenti, benchè il loro linguaggio appartenga alla famiglia delle lingue (indoarie) ed è imparentato ad esse. Le prime testimonianze scritte sul parlato romanì datano alla metà del XVI secolo, per cui i linguisti hanno dovuto ricostruire le loro teorie per interpretare la storia di questo linguaggio basandosi sulla ricostruzione linguistica e la comparazione con le lingue indoarie dell’India.
Sulla base di questi studi vengono distinte tre fasi storiche di sviluppo della lingua romanì, ci sono anche delle supposizioni in cui i rom sono definiti anche dei seminomadi, al contrario dei sinti che sono definiti a tutti gli effetti nomadi.
Da queste poche ricerche si scopre e si presume che i Sinti derivano dalla Regione Sindh nel Pakistan ai confini con l’India, mentre la popolazione dei Rom si presume essere originaria dell’India del nord, perciò popolazioni non solo diverse di lingue, tradizioni, usanze ecc. ma anche di regioni, stati.

La verità da dove giungono queste due popolazioni, uniti per la discriminazione e l’odio razziale subito da secoli, non si potrà mai sapere con una certezza assoluta, ne i Sinti e neppure i Rom hanno mai scritto le loro provenienze, i loro racconti erano solo orali e mai scritti e questo e stato un danno irreparabile ed enorme per la loro storia.
I sinti ancora oggi continuano a raccontare e insegnare ai loro giovani la loro lingua, le tradizioni, usanze e molto altro oralmente, la ricerca su Internet non ha dato delle riposte positive e concrete, racconta solo di racconti e storie di tutti, non c’e’ veramente qualcosa di scritto che dichiari con certezza assoluta la provenienza dei rom e dei sinti.  Di  Radames Gabrielli.

29 ottobre 

DISCORSO ALL’EVENTO DI BARI

Buongiorno a tutti, sono Radames Gabrielli presidente della Federazione Nazionale Rom e Sinti Insieme, nonché presidente dell’associazione Nevo Drom di Bolzano nell’Alto Adige, prima di proseguire con il mio intervento, voglio ringraziare tutti quelli che hanno reso possibile tutto questo, ma soprattutto ringrazio di avermi permesso di partecipare a questo vostro grande ed importante evento…grazie. Oggi il mio intervento parlerà di associazionismo e partecipazione diretta. Il progetto “Federazione Rom e Sinti Insieme”, fin dal suo esordio, si era posto due finalità:

  1. Unire tutte le organizzazioni, dove i Sinti e i Rom esercitavano un potere reale, per raggiungere la meta condivisa a promuovere azioni a favore del riconoscimento dello status di minoranze storiche linguistiche;
  2. Implementare e favorire la partecipazione diretta e diffusa dei Sinti e dei Rom in tutte le tematiche riguardanti gli stessi.

Erano finalità ambiziose e mai nessuno era riuscito a raggiungerle per diverse ragioni. Ma a Mantova dal 24 marzo 2007 tutte le organizzazioni si sono sedute al tavolo e hanno iniziato a confrontarsi. Da questo confronto è nata la proposta di legge n. 2858, presentata in Parlamento l’undici ottobre 2007 dall’onorevole Mercedes Frias e dai rappresentanti della Federazione. Un successo non completo perché il Governo è caduto dopo pochi mesi, proprio quando la maggioranza parlamentare sembrava pronta a legiferare. La partecipazione, ha vissuto in Italia un’accelerazione senza precedenti, attraverso la costituzione di nuove associazioni., proprio sulla spinta del progetto “Federazione Rom e Sinti Insieme” negli ultimi due anni sono nate diverse nuove associazioni, e la partecipazione si è anche allargata in tutti i campi, compreso quello politico. Oggi i Sinti ed i Rom hanno capito che l’associazionismo è una strada importante per costruire una reale partecipazione alla vita politica e sociale del Paese. Si è capito che proprio attraverso l’associazionismo si possono costruire percorsi di promozione per le proprie famiglie e per tutti i Sinti e Rom presenti sul territorio. In questi anni, girando per l’Italia, ho potuto toccare con mano la voglia di partecipazione che per troppi anni è stata repressa e non è riuscita ad esprimersi. La partecipazione inizia dalla capacità di ascoltare l’Altro. L’ascolto è una relazione fondamentale degli esseri umani che permette l’incontro e la crescita…In molte realtà non esiste nemmeno nelle Istituzioni una capacità all’ascolto, libera da interpretazioni che finiscono per formulare il pregiudizio. La partecipazione dei Sinti e dei Rom a tutti i livelli (politica, progettuale, nelle realizzazioni e nelle verifiche) non può e non deve essere strumentale, ma deve essere libera e supportata con ogni mezzo e forma. Anche il sostegno economico, che non è un tabù, deve essere impiegato con i connotati fondamentali di giustizia, trasparenza e dialettica tra le parti contrattuali. Le realtà locali dove i Sinti e i Rom hanno “potere” hanno saputo costruire percorsi di interazione e stanno uscendo dalle logiche discriminanti e segreganti. In Italia la mancanza di spazi di partecipazione diretta si riflette drammaticamente nelle strutture politiche e decisionali, proprie della società maggioritaria (in senso numerico). Non è un caso che in sessanta anni di Repubblica in Italia sia stato eletto direttamente un solo appartenente alle Minoranze Sinte e Rom, Yuri Del Bar nel Consiglio Comunale di Mantova. La partecipazione diretta di Sinti e di Rom non sarà il frutto di una qualche forma magica; non sarà il prodotto di estemporanee illuminazioni e non sarà neanche il risultato, comunque non solo, di profonde riflessioni ma si costruisce offrendo reali spazi decisionali a noi Sinti e Rom a tutti i livelli. Quando abbiamo iniziato il nostro percorso, una difficoltà che abbiamo incontrato è sul come può essere considerata la partecipazione. Lavorando e discutendo insieme abbiamo identificato due distinti approcci alla partecipazione. Il primo può essere definito un approccio strumentale che vede il coinvolgimento dei Sinti e dei Rom come mezzo per raggiungere gli obiettivi di un determinato progetto (pensato di solito da appartenenti alla società maggioritaria) nella maniera più efficiente, efficace e sostenibile. La partecipazione può essere una sorta di “condizionalità” imposta dall’alto o il risultato di una mobilitazione “volontaria” che punta all’ottenimento dei benefici materiali offerti dal progetto. Questo approccio è, nel migliore dei casi, quello utilizzato in Italia. In effetti, dispiace affermarlo, ci sono moltissime realtà in Italia che non impiegano nessun approccio alla partecipazione, ripetendo la solita frase tipo: “noi li chiamiamo ma loro non vengono…”. Il secondo approccio vede la partecipazione come un fine in sé, mirante al rafforzamento del potere dei Sinti e dei Rom in tutti i processi decisionali che li riguardano, accrescendo il loro controllo sulle scelte relative ai processi di cambiamento. Nuove capacità acquisite attraverso il processo partecipativo stimolano un ruolo attivo e dinamico delle comunità Sinte e Rom che si espande oltre i confini di un progetto particolare e investe processi di trasformazione sociale di più vasta portata. Mentre il primo approccio privilegia le strutture e i risultati della partecipazione, il secondo si concentra su un processo che non ha necessariamente un obiettivo preciso ma che stimola cambiamenti profondi. Uno dei problemi che è alla radice della non partecipazione dei Sinti e dei Rom è quello economico. Difficile che un Rom o un Sinto riesca a partecipare, magari gratuitamente (volontariato), se ha difficoltà a procacciarsi il sostentamento giornaliero ed è costretto a vivere in un “campo nomadi”. Su questo problema è importante investire ingenti risorse. Crediamo che anche la politica del futuro, sempre più globalizzata, sarà caratterizzata da questa nuova dicotomia: chi è per la partecipazione e chi è contro la partecipazione; chi intende fare evolvere la democrazia verso forme di maggiore coinvolgimento dei cittadini e chi vuole perpetuare la staticità dei rapporti politici incardinati al principio della delega. In particolare la federazione si sta impegnando, e io in prima persona mi sto impegnando, perché la partecipazione sia diffusa. L’obiettivo è quello di aiutare Sinti e Rom a formare associazioni in tutte le Città italiane. Anche più di una associazione in ogni Città, soprattutto nelle Città più grandi. Questo perché nelle comunità sinte e rom ci sono una pluralità di idee che non possiamo rinchiudere in un unico contenitore. E’ però necessario, soprattutto in questo momento, esse capaci di fare sintesi tra le tante posizioni per poter presentarsi alle Istituzioni con una voce sola su determinati temi, quali l’abitare, la promozione culturale, il lavoro e la scuola. I Sinti e Rom sono presenti in Italia da centinaia di anni ma solo oggi abbiamo avuto la possibilità di costruire qualcosa di positivo. La federazione Rom e Sinti Insieme ha bisogno che il mondo associativo italiano si accorga di quanto sta avvenendo e sostenga con decisione il nostro percorso per una partecipazione diffusa. Non mi fermerò mai di ripetere che la partecipazione e l’unità sono priorità da rafforzare, da propagare e da incentivare. Chiediamo a tutti di aiutarci, non solo per la creazione di associazioni nuove, ma soprattutto per aiutarci a raggiungere dei risultati che sappiano migliorare e superare tutti i problemi che viviamo ogni giorno. Sono fermamente convinto che l’unica strada sia la promozione della partecipazione diretta come un fine in sé mirante al rafforzamento del potere dei Sinti e dei Rom in tutti i processi decisionali che li riguardano, accrescendo il loro controllo sulle scelte relative ai processi di cambiamento nelle nuove capacità acquisite attraverso il processo partecipativo. E non solo, perché credo che in tutti questi anni l’Italia abbia perso la possibilità di avere l’apporto di noi Sinti e Rom. L’Italia si è negata le ricchezze della nostra cultura. Oggi chiediamo di essere partecipi a tutte le decisioni. Come Yuri Del Bar, in Consiglio comunale, lavora per tutti i Cittadini di Mantova, così tanti Sinti e Rom possono lavorare in tutte le Città italiane per risolvere i problemi di tutti i Cittadini. I Sinti e Rom sono una ricchezza per l’Italia. Una ricchezza che noi chiediamo sia impiegata. Le stesse associazioni stanno impegnandosi non solo sulle problematiche vissute dai Sinti e Rom, ma partecipano ad incontri, dibattiti, manifestazioni su diversi argomenti che coinvolgono tutti i Cittadini di un determinato territorio. Oggi possiamo benissimo dire che in varie città d’Italia dove sono nate le nuove associazioni sinte e rom, i problemi stanno diminuendo a vista d’occhio, un esempio, nella regione del Trentino Alto Adige, da quando si sono create le nuove associazioni, i comuni e provincie stanno interagendo con i sinti e rom presenti, oggi i sinti ed i rom stanno lavorando con una reciproca interazione con la popolazione maggioritaria, infatti proprio in questi giorni, grazie all’aiuto reciproco dei sinti e gage, e stata varata una legge che prima non c’era, riguardo la creazione delle microaree, infatti da oggi la questione “microaree nel Trentino Alto Adige e diventata legge, e questo grazie non solo alle persone di buona volontà che hanno lavorato sodo, ma grazie soprattutto alla creazione delle presenti associazioni sinte e rom che hanno aiutato queste persone a capire l’importanza di lavorare direttamente con associazioni sinte e rom presenti nel territorio, capire realmente i bisogni dei sinti e rom direttamente dagli stessi senza nessun interlocutore, E come nel Trentino Alto Adige le possibilità di migliorare la vita dei sinti e rom in tutte le tematiche, si sta propagando a vista d’occhio in varie città d’Italia. Ma come sempre in mezzo alle cose belle, c’e’ sempre una mela marcia, infatti nella città di Rimini, per l’associazione “Sucar Mero” (membro della federazione) presente a Rimini da un paio d’anni, ci sono tantissimi problemi irrisolti, infatti dopo le tante richieste, compreso la richiesta d’incontro per cercare di risolvere reciprocamente le varie problematiche riguardante i sinti e rom residenti e presenti nella regione da parecchi decenni, da parte di tutta la giunta comunale compreso sindaco e vice sindaco, non  c’e stata nessuna risposta o  una qualsiasi forma d’interessamento, dove  poter cercare un dialogo per trovare una soluzione alternativa ai problemi. Dopo le tante richieste (inascoltate) fatte dall’associazione “Sucar Mero” la federazione nazionale Rom e Sinti Insieme a cercato un incontro con tutta la giunta comunale di Rimini, ma nemmeno l’insistente richiesta d’incontro, tramite varie e mail, fax e telefonate della federazione e stata ascoltata, anzi non si sono nemmeno degnati di rispondere, dopo i vari tentativi inutili, il segretario della federazione Yuri del Bar “qui presente” a tentato altre strade di avere un incontro, ma inutilmente, perciò alla prossimo incontro della federazione l’ordine del giorno prioritario sarà la questione di Rimini. Di persone così, c’e’ ne sono parecchie, ma noi non ci arrenderemo, in pace con la nostra buona volontà, pazienza e tenacia continueremo il nostro camino, e con l’aiuto di tutte le persone, le associazioni esistenti e le associazioni nuove che nasceranno, porteremo finalmente al sapere della popolazione maggioritaria chi sono e che cosa vogliono veramente i sinti e i rom in Italia.

Radames Gabrielli

                           

 

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11/12 Settembre 2009

IL PRESENTE DI UN POPOLO ANTICO

Anche quest’anno l’associazione Nevo Drom con Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali), Provincia e Comune di Bolzano, organizza una manifestazione culturale con l’obbiettivo di proseguire sulla strada della reciproca conoscenza tra Sinti e popolazione maggioritaria.
La manifestazione vuole contrastare e combattere tutte le forme di discriminazione e odio razziale verso le popolazioni dei sinti e dei rom.

Tutta la cittadinanza è invitata.

PREMESSA: Oggi abbiamo voluto riproporre lo stesso titolo della manifestazione dell’anno 2007 < Il presente di un popolo antico > perché abbiamo appurato che è il più appropriato alla popolazione sinta di ieri e oggi. Dopo l’esperienza positiva dei eventi degli anni scorsi : “Il presente di un popolo antico” del 2007 e “Un mondo di mondi” dell’anno 2008 l’Associazione Nevo Drom organizza in collaborazione con la Provincia e il Comune di Bolzano e il partner nazionale UNAR il terzo evento socio-culturale dedicato alla cultura Sinta. Per contrastare e combattere tutte le forme di discriminazione e odio razziale verso le popolazioni dei sinti e rom, tramite la conoscenza e l’unita della partecipazione diretta di sinti, rom e la popolazione maggioritaria.

Oggi nell’ ANNO EUROPEO DELLA CREATIVITÀ’ E DELL’INNOVAZIONE

L’associazione Nevo Drom si pone l’obiettivo di accrescere la consapevolezza dell’importanza di creatività ed innovazione come competenze chiave per lo sviluppo personale, sociale ed economico. Ponendo l’attenzione su creatività e innovazione; l’Unione Europea intende dar forma al futuro dell’Europa in un contesto di concorrenza globale stimolando il potenziale creativo e innovativo di tutti. Già il nome Nevo Drom che significa una nuova strada indica la volontà di cambiare e di intraprendere un nuovo cammino per garantire il futuro a nostri figli e per salvaguardare la cultura sinta. Siccome ai cambiamenti e all’innovazione si arriva solo attraverso il dialogo e il riconoscimento del passato e delle esperienze vissute, l’Associazione Nevo Drom si è fissato l’obbiettivo di partire da un passato storico per arrivare a una proposta innovativa.  L’ Associazione Nevo Drom vorrebbe assieme a esponenti del mondo politico Statale e  Altoatesino ( L. Gnecchi – L. Durnwalder – L. Spagnolli) discutere come si potrebbe arrivare a un’ innovazione radicale della situazione attuale. Un nuovo evento, socio-culturale, con un dibattito politico sul lavoro e habitat dei sinti, una manifestazione di intrattenimento culturale e sociale, che include non solo la creatività e l’innovazione dei Sinti del Trentino Alto Adige, ma anche la creatività dei sinti e rom provenienti da varie città Europei.

INTERCULTURALITÀ:

Anche l’evento di questo anno presenterà delle novità assolute, l’associazione Sinta “Nevo Drom” non sarà la sola promotrice dell’evento, ma sarà in compagnia delle altre tre associazioni Sinte del Trentino Alto Adige, l’associazione di Bressanone  “U Giaven” l’associazione di Trento “Sinti del Trentino” l’associazione “Nevo Drom Tn” di Trento,  nonché  l’AltoAdigeJazzfestival che ogni anno organizza il grandissimo Jazz festival nella nostra città e già promotrice nei due precedenti eventi presentati dall’associazione Nevo Drom.

ASPETTO SOCIO-CULTURALE LEGATO AI SINTI:

Parlare di Sinti rimanda sempre a concetti di marginalità sociale e devianza, ma la popolazione Sinta del Trentino Alto Adige, con l’evento 2009 vuole far vedere, far conoscere le loro culture vive di talenti che si conoscono poco o niente. Se i Sinti sono riusciti a sopravvivere ai diversi tentativi di perseguimento e addirittura di eliminarli vuol dire che la loro cultura deve essere fortemente innovativa, capace di adattarsi, riordinarsi e sottoporsi a sempre nuovi momenti di innovazione. Forse la popolazione autoctona potrebbe addirittura imparare elementi innovativi e creativi.

Nell’anno EUROPEO DELLA CREATIVITÀ’ E DELL’INNOVAZIONE si vuole rendere omaggio a queste culture, facendo loro rioccupare – almeno per un giorno – lo spazio che avevano nella storia, rivivendo con la loro cultura, portando al sapere la loro creatività e l’innovazione che hanno acquisito nell’arco degli anni.  Per superare gli stereotipi negativi e neutralizzare l’elevata conflittualità sociale che spesso questi stessi stereotipi causano, creando quindi momenti di incontro e dì dialogo interculturale tra la popolazione maggioritaria e i Sinti. Quest’anno le associazioni Sinte del Trentino Alto Adige ospiteranno anche moltissime culture sinte e rom di altri orizzonti geografici diversi. Gli eventi sono dedicati a varie tipologie di pubblico, per raggiungere il maggior numero di persone, nei differenti ambiti culturali. Ogni evento poi mostra differenti aspetti della cultura sinta e rom. Come luogo è stato scelto un ambiente storico, un posto incantevole pieno di magie passate. All’interno dei diversi cortili di Castello “Firmiano”, si svolgeranno i concerti, mostre e dibattiti.

LE INIZIATIVEMostra d’Arte; Una mostra di quadri legati alla vita dei Sinti del famoso  pittore Tedesco Otto Pankok e del Sinto Italiano del Trentino Alto Adige Olimpio Cari.

Letteratura: Per la Letteratura abbiamo con noi la famosa scrittrice Jeniche Svizzera Mariella Mehr.

Musica: La musica di quest’anno e articolata fra i Sinti del Trentino Alto Adige e dal bravissimo  quartetto di Sinti provenienti da altra orizzonti

Tavola rotonda: quest anno non ci saranno solo politici del nostra Provincia e Comune di Bolzano, ma anche dal governo Italiano

Gastronomia: ci saranno assaggi tipiche sinte gratuitamente:

Partner dell’iniziativa – UNAR  – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali – Provincia Autonoma – – Ripartizione 24  – Assessorato ai Servizi Sociali – Provincia Autonoma – Assessorato alla Cultura Italiana – Provincia Autonoma – Assessorato alla Cultura Ladina – Provincia Autonoma – Assessorato alla Cultura Tedesca – Comune di Bolzano – Rip  7.1 Ufficio  Cultura – Comune di Bolzano – Assessorato alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità – Ufficio Pianificazione Sociale – Associazione AltoAdigeJazzfestival – Associazione U Giaven – Associazione Sinti del Trentino – Associazione Nevo Drom Tn. – Associazione Sucar Drom – Biblioteca della Donna/Frauenbibliothek

27 maggio

Targa commemorativa

La Germania da lungo tempo sta facendo i conti con la propria storia, quella più nera, quella delle deportazioni e dei campi di sterminio. Ma nonostante questo, persino nei grandi processi contro i crimini nazisti, come quello di Norimberga, non c’è menzione delle oltre 500.000 persone Rom e Sinti deportate, torturate e sterminate nelle camere a gas. Ci sono voluti parecchi anni prima che tra le altre vittime venisse riconosciuto anche lo sterminio di oltre la metà dell’intera popolazione europea di Sinti   e Rom. Infatti solo all’inizio degli anni ’80 il Governo tedesco riconobbe ufficialmente che durante il nazismo i Rom e Sinti avevano subito una persecuzione su base razziale. A testimoniare questo riconoscimento da alcuni mesi a Berlino  è in costruzione un monumento che costerà al Governo tedesco la somma di due milioni di euro e sorgerà di fronte il Reichstag, la sede della camera bassa del parlamento.

In Italia i conti con la storia di quegli anni non sono ancora stati fatti fino in fondo. Non del tutto. Basti pensare che ancora nel 2000, quando è stata Istituita la “Giornata della Memoria” con la Legge 211, non si fa menzione delle vittime Sinti e Rom.

Bolzano però si distingue rispetto al resto d’Italia. Infatti, la sensibilità della sua giunta comunale e del sindaco in testa, ha permesso che venga depositata una targa commemorativa per tutti i Sinti che sono periti durante il genocidio. La deposizione avverrà

mercoledì 27 maggio alle ore 11,00 – presso il muro del lager di Via Resia.

Questo sarà un evento di grande importanza simbolica per tutti i Sinti d’Italia, e in particolar modo per i Sinti del Trentino Alto Adige. Una targa commemorativa davanti al lager di Bolzano, dove anche molti Sinti, oltre a tanti altri deportati sono passati per essere destinati ai campi di sterminio sparsi in Europa, verso l’ignoto. Oggi purtroppo sappiamo che la maggior parte di loro non ha mai fatto ritorno da quel lungo viaggio.

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17 maggio

Concerto per l’Abruzzo

Le associazioni Nevo Drom e U Giaven invitano tutti al concerto di beneficenza “per le vittime del terremoto in Abruzzo” che si terrà domenica 17 maggio 2009, dalle ore 20.30, presso il teatro Cristallo in via Dalmazia n. 30 a Bolzano.
Sono partner delle associazioni Nevo Drom e U Giaven per l’organizzazione della serata di beneficenza: i musicisti sinti del Trentino Alto Adige, la Caritas di Bolzano, il teatro Cristallo, il Comune e la Provincia di Bolzano. Non è previsto un biglietto, l’entrata è libera ad offerta.
Il concerto / spettacolo vedrà la partecipazione di musicisti, poeti e clown sinti che offriranno la loro arte per raccogliere fondi da destinare alle popolazioni abruzzesi colpite dal terribile terremoto che ha distrutto L’Aquila e tanti altri piccoli paesi.
Il 17 maggio è un’occasione irripetibile per lasciarsi trasportare in un altro mondo ancora sconosciuto e contemporaneamente aiutare con le vostre donazioni chi ne ha veramente bisogno. Le offerte raccolte saranno consegnante alla Caritas di Bolzano, impegnata nell’aiuto alle popolazioni colpite dal dramma che tutti conoscono.
La serata sarà animata da diversi artisti sinti con poesie, danze e musiche tradizionali. E’ da sottolineare la partecipazione straordinaria del clown sinto “Cipolla” che si esibirà nelle sue più conosciute gag.
Per informazioni e prenotazioni: telefono 0471 915391 – 392 0699046, e-mail radames.gabrielli@gmail.com – nevodrom@nevodrom.it

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3 aprile

Europa; Associazione Sucar Drom /Associazione Nevo Drom /Associazione Sinti Italiani Vicenza

Alla cortese attenzione Commissione Europea 1049 Bruxelles, Belgio Vicepresidente Jacques Barrot Commissario per Giustizia, Libertà e Sicurezza Commissione Europea 1049 Bruxelles, Belgio Ernesto Bianchi Capo Unità D1: Diritti fondamentali e protezione minori Direzione D: Diritti fondamentali e cittadinanza Direzione Generale Giustizia Libertà e Sicurezza Rue Du Luxembourg 46 1049 Bruxelles, Belgio E per conoscenza Istituzioni in indirizzo L’associazione Sucar Drom, rappresentata dal Presidente Davide Gabrieli, dal Vice presidente Yuri Del Bar e dal Segretario Carlo Berini con sede legale in Mantova (Italia) in viale Learco Guerra n. 23

L’associazione Nevo Drom, rappresentata dal Presidente Radames Gabrielli con sede legale in Bolzano (Italia) in via Bari n. 10/a L’associazione Sinti Italiani Vicenza, rappresentata dal Presidente Davide Casadio con sede legale in Montecchio Maggiore (VI, Italia) in via Agostino Meggiolaro n. 27 Visti i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali, i principi di uguaglianza e di non discriminazione, il diritto alla dignità, al rispetto della vita privata e alla protezione dei dati, i diritti del bambino e i diritti delle persone appartenenti a minoranze, sanciti dalle convenzioni internazionali ed europee a tutela dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, segnatamente la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e la relativa giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Letti i trattati europei, in particolare gli articoli 2, 6 e 7 del trattato sull’Unione europea e gli articoli 13 (provvedimenti per combattere le discriminazioni fondate, tra l’altro, sulla razza o sull’origine etnica), Lette la direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica, in particolare le definizioni di discriminazione diretta e indiretta e la direttiva 95/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 1995, relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati. Letta la relazione annuale 2008 dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA). Lette la Decisione n. 3/03 Piano d’azione per migliorare la situazione dei Rom e dei Sinti nell’area dell’OSCE, la Decisione n. 6/08 Potenziamento delle iniziative dell’OSCE volte ad attuare il piano d’azione per migliorare la situazione dei Rom e dei Sinti nell’area dell’ OSCE, la Valutazione dei diritti umani sulla situazione dei Rom e Sinti in Italia (Report of a fact-finding mission to Milan, Naples and Rome on 20-26 July 2008) Marzo 2009. Lette la Raccomandazione del Consiglio d’Europa n. 1557/2002 sulla situazione giuridica dei Sinti e dei Rom e il Rapporto del Commissario Thomas Hammarberg del 28 luglio 2008. Lette le risoluzioni del Parlamento europeo riguardanti, tra l’altro, i rom e i sinti, il razzismo, la xenofobia, misure contro la discriminazione e la libertà di movimento, in particolare quelle del 28 aprile 2005 sulla situazione dei Rom nell’Unione europea, del 1° giugno 2006 sulla situazione delle donne Rom nell’Unione europea, del 13 dicembre 2007 sulla lotta contro l’intensificarsi dell’estremismo in Europa, del 31 gennaio 2008 su una strategia europea per i rom e del 11 marzo 2009 situazione sociale dei rom e miglior accesso al mercato del lavoro nell’Unione europea.

Letta la Risoluzione del Parlamento europeo del 10 luglio 2008 sul censimento dei rom su base etnica in Italia ecc. Chiedono che: A) la Commissione europea censuri il Governo italiano per l’azione di censimento/schedatura attuata il 5 marzo 2009; B) la Commissione europea si adoperi verso il Governo italiano per la distruzione immediata di tutti i dati rilevati durante l’operazione effettuata dalla Polizia di Stato il 5 marzo 2009; C) la Commissione europea si adoperi verso il Governo italiano per un risarcimento in denaro per ogni persona sottoposta a censimento/schedatura il 5 marzo 2009 per aver subito una discriminazione lesiva del principio della pari dignità; D) la Commissione europea si adoperi verso il Governo italiano perché siano distrutti tutti i dati raccolti nelle precedenti operazioni di censimento/schedatura effettuate dallo Stato italiano; E) la Commissione europea si adoperi verso il Governo italiano per il non ripetersi di tali azioni di censimento/schedatura; F) la Commissione europea si adoperi verso il Governo italiano perché non siano attuate azioni di ritorsione contro le famiglie sinte in Veneto per le azioni di denuncia pubblica effettuate dalle scriventi associazioni. Mantova, Bolzano, Montecchio Maggiore (VI), 3 aprile 2009 Davide Gabrieli, Yuri Del Bar e Carlo Berini – associazione Sucar Drom Radames Gabrielli – associazione Nevo Drom Davide Casadio – associazione Sinti Italiani Vicenza.

20 Marzo

Sinti e Rom:

le donne raccontano Dall’inizio dell’anno su radio Tandem (98.400 mhz. FM), ogni domenica mattina dalle 11.30 alle 12.30, è andata in onda la trasmissione “IL canto lungo la strada” – Quando i migranti scrivono. La trasmissione ha raccontato le storie di scrittrici migranti provenienti da Albania, Eritrea, Etiopia, Somalia, India, Romania e Brasile. Donne migranti, scrittrici in lingua italiana. Tutte le puntate si possono ascoltare sul sito di Donne Nissà. Il ciclo di trasmissioni, nato da una collaborazione tra radio Tandem e l’associazione Donne Nissà, si concluderà domenica 22 marzo con una puntata dedicata a Sinti e Rom: I figli del vento. Questa volta ad essere raccontata sarà la storia di Mariella Mehr, jenische svizzera, che attualmente vive in Toscana. Replica ogni martedì dalle 23.30 alle 24.30

27 Gennaio 

Giornata della Memoria 2009

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Il giorno della Memoria si avvicina.

Il 27 gennaio anche quest’anno in tutto il mondo si ricorderanno i cancelli abbattuti del Lager di Auschwitz e la fine di quel tragico capitolo della storia dell’umanità.

Anche Bolzano  ha la sua pagina di storia da  raccontare con le migliaia di persone rinchiuse nel campo di transito di via Resia, di cui oggi rimane visibile il muro di cinta. La maggior parte di quelli che sono passati dal campo di via Resia, verso i campi di sterminio oltreconfine, non sono mai più tornati.

Fra loro anche tanti rom e sinti, sebbene questa parte della storia del genocidio nazista sia ancora poco conosciuta. Nei documenti riguardo il campo di via Resia, rimane traccia ad esempio di Edvige Mayer -sorella del poeta sinto Vittorio Mayer Pasquale “Spatzo”- arrestata con la sua Famiglia a Castel Tesino e morta appena ventenne nel lager di Bolzano.

Per commemorare anche i caduti sinti e rom, il 27 gennaio alle ore 11durante le cerimonie di commemorazione del Comune , l’associazione Nevo Drom con una rappresentanza della comunità sinta di Bolzano, deporrà una corona commemorativa presso il muro del Lager.

19/21/22/28 GENNAIO 2009

COMUNE DI REZZATO Assessorato Cultura e Pubblica Istruzione L’Istituto di cultura sinta di Mantova – l’Associazione Nevo Drom di Bolzano – Scuola primaria e Scuola secondaria di primo grado Giacomo Perlasca – Azienda Speciale Almici – Scuola delle Arti e della Formazione professionale Rodolfo Vantini – Cooperativa di consumo REZZATO PER IL GIORNO DELLA MEMORIA a 64 anni dall’abbattimento dei cancelli di Auschwitz La memoria del passato protegge il futuro  Legge n.211 del 20 luglio 2000 – articolo 1 La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della memoria, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Porrajmos altre tracce sul sentiero di Auschwitz Le persecuzioni di sinti e rom dalle leggi razziali allo sterminio nei campi di concentramento La mostra Inaugurazione con visita guidata a cura di Carlo Berini direttore dell’Istituto di cultura Sinta di Mantova. alle ore 15 per gli insegnanti e per la cittadinanza