5/6 dicembre

PROGRAMMA EVENTO DOSTA REGGIO CALABRIA

volantino a5 reggio calabria def

REGGIO CALABRIA 05 DICEMBRE ORE 11.30, CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA CAMPAGNA DOSTA E DEGLI EVENTI DEL GIORNO 06 DICEMBRE DI SENSIBILIZZAZIONE ALL’INCLUSIONE SOCIALE DELLE COMUNITÀ’ ROM SINTI E CAMMINANTI DELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA.

Confronto e riflessione degli operatori del mondo dell’informazione ed esperti del settore sulla realtà delle comunità Rom, Sinti e Camminanti. Un dibattito che vuole far conoscere in modo più approfondita la realtà RCS di REGGIO CALABRIA, per sfatare i pregiudizi e aprire squarci di conoscenza anche attraverso gli ospiti e le autorità presenti.

5 Dicembre 2012 Conferenza Stampa –  Ore 11.00 Presentazione spot Campagna Dosta –  ore 11,30 – Conferenza Stampa Salone Palazzo della Provincia  – Piazza Italia. Moderatore: dott. Marco Livia – coordinatore Campagna Dosta

Interverranno:

  • Vittorio Mondello -S.E. Arcivescovo della diocesi Reggio –Bova **.
  • Dr Giuseppe Raffa- Presidente della provincia di Reggio Calabria. – confermato
  • Antonio Eroi – Presidente del Consiglio Provinciale di Reggio Calabria
  • Dr Vittorio Piscitelli- Prefetto di Reggio Calabria. **
  • Daniela De Blasio – Consigliera Pari Opportunità Provincia Reggio Calabria
  • Vittorio Mondello -S.E. Arcivescovo della diocesi Reggio –Bova **.
  • UNAR: Dipartimento Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri*
  • Giacomo Marino – Opera Nomadi di Reggio Calabria.
  • Filippo Moscato – Presidente ACLI Provinciali Reggio Calabria
  • Altri interventi in fase di definizione

Premio fotografico 2012. Lancio dell’iniziativa di premiazione della migliore fotografia sul tema dell’inclusione sociale delle comunità RSC.

06 dicembre ore 9,00-11,30 salone Provincia – Piazza Italia Reggio Calabria – ore 09.30 Presentazione spot Campagna Dosta – ore 10.00 – 13.00 SEMINARIO: “Lavoro e Habitat: strategie d’inclusione sociale delle comunità Rom Sinti e Camminanti” –

  • Presentazione iniziativa Dosta – UNAR- Dipartimento Pari Opportunità- Presidenza del Consiglio dei Ministri *.
  • Vittorio Mondello -S.E. Arcivescovo della diocesi Reggio –Bova **.
  • Antonio Eroi – Presidente del Consiglio Provinciale di Reggio Calabria
  • Edoardo Lamberti Castronovo – Assessore alla Cultura Provincia Reggio Calabria
  • Daniela De Blasio – Consigliera Pari Opportunità Provincia Reggio Calabria
  • Radames Gabrielli, Presidente Nevo Drom e Federazione Rom e Sinti Insieme – I Sinti di Bolzano e l’attività di gestioni rifiuti metallici in forma ambulante. – Intervento in video-conferenza –
  • Barbaro – Dirigente settore ambiente Provincia di Reggio Calabria–Programmazione dell’applicazione futura dell’articolo 266 comma 5 del Dlgs 152/2006 e aiuti per l’accesso alle licenze.
  • Vincenzo Speranza – Commissario delegato emergenza rifiuti della Regione Calabria – Applicazione dell’articolo 266 comma 5 del Dlgs 152/2006 in regime di emergenza rifiuti.
  • Filippo Moscato – Presidente ACLI Provinciali Reggio Calabria
  • Alessandro Petronio – Psicologo ricercatore
  • Giacomo Marino – Opera Nomadi di Reggio Calabria – la sperimentazione lavorativa e dell’housing sociale a Reggio Calabria.
  • Altri interventi in fase di definizione
  • Dibattito: Giornalisti, giovani studenti delle scuole medie superiori, rom e sinti che effettueranno interventi e domande.
  • Dibattito aperto al pubblico.
  • Conclusioni – in fase di definizione.

06 dicembre mattina ore 11.30 – Liceo o Istituto Superiore – Presentazione spot Campagna Dosta e Concerto del Gruppo Internazionale ALEXIAN GROUP – A seguire  incontro dibattito con gli studenti

 Dal pomeriggio animazione su strada da parte dei ragazzi delle scuole. Dalle ore 18.00 presso il salone della Provincia di Reggio Calabria: proiezione dello Spot della Campagna Dosta e del film “Io, Woody Allen e la mia famiglia Rom“ sul tema dell’inclusione RSC, a seguire, alle ore 19.30, spettacolo musicale ROM con ospiti d’eccezione l’ALEXIAN GROUP di Santino Spinelli.

 

 

ottobre 2012

Propaganda elezioni comunali Bolzano 2005

Il centro di tutela contro le discriminazioni

Finalmente anche la Provincia di Bolzano si muove sul fronte della tutela contro le discriminazioni!

Ad ottobre 2012 il Consiglio Provinciale ha approvato il regolamento di esecuzione concernente il Centro di tutela contro le discriminazioni fondate su razza, colore della pelle od origine etnica, genere, orientamento sessuale, disabilità, lingua, religione, nazionalità o appartenenza ad una minoranza nazionale, previsto dalla L. P. 12 del 2011 “integrazione delle Cittadine e Cittadini stranieri”

L’ Italia è stata più volte ammonita a livello europeo per l’inosservanza di raccomandazioni e risoluzioni a tutela delle minoranze Sinte e Rom  (Raccomandazione n. 1557/2002 del Consiglio d’Europa, risoluzione del Parlamento Europeo sulla situazione dei Sinti e dei Rom nell’Unione Europea n. P6/TA- PROV (20059) 0151, carta Europea delle lingue Regionali o minoritarie). Nonostante ciò ancora stenta a promuovere politiche di tutela contro tali discriminazioni e nemmeno si impegna a coinvolgere rappresentanze dei diretti interessati, sia a livello politico, sia a livello organizzativo, come avviene invece in altri paesi europei. Ma c’è di peggio. In Italia raramente vengono condannati gli atti di istigazione all’odio razziale contro Sinti e Rom

Sino ad oggi anche l’Alto Adige non si è distinto e noi Sinti non ci siamo sentiti realmente tutelati contro gli atti di discriminazione che quotidianamente uomini, donne e bambini Sinti subiscono.

In qualità di segretario della Federazione nazionale Rom e Sinti Insieme e di presidente dell’Associazione culturale di promozione sociale Nevo Drom, costituita prevalentemente da persone Sinte, anche in virtù di quanto riportato dagli art. n° 3 e n° 4 del regolamento di esecuzione (“ Formazione e sensibilizzazione”, reti e collaborazioni”)1, auspico che il Centro di tutela contro le discriminazione coinvolga attivamente nella propria organizzazione i diretti interessati, quindi anche i Sinti, alcuni dei quali in possesso di preparazione e qualifiche di mediazione culturale e interculturale riconosciute a livello nazionale ed europeo.

Sarebbe un atto di civiltà che metterebbe in pratica, e non solo sulla carta, gli stessi principi di tutela che questa legge provinciale ha finalmente ratificato.

Radames Gabrielli

Art. 3 Formazione e sensibilizzazione

1. in Centro di tutela organizza e svolge attività informativa, formativa e di sensibilizzazione
nonché studi scientifici per promuovere e realizzare una cultura finalizzata alla tutela del diritto di uguaglianza, della pari opportunità e della piena
cittadinanza degli individui e volta al contrasto dei fenomeni discriminatori.
Art.4 – Reti e collaborazioni
1. Il Centro di tutela opera,attraverso appositi protocolli di intesa, con una rete di istituzioni locali e
soggetti attivi nel settore della tutela, nonché con associazioni e gruppi non formali di interesse che si occupano di migranti, di persone con background
migratorio o di gruppi etnici, o ancora di questioni di genere, di orientamento sessuale, di disabilità di religione, tutti localmente attivi nella promozione
e tutela del diritto all'uguaglianza.     
2. I rapporti di collaborazione tra l’Ufficio nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) ed in Centro di
tutela sono disciplinati con apposito protocollo d’intesa.
3. Per la progettazione e la realizzazione delle attività previste dal presente regolamento di esecuzione.
Il Centro di tutela può intervenire in forma diretta o avvallarsi, tramite
convenzione , anche della collaborazione di enti pubblici e privati, di
università ed esperti/esperte del settore. 


24 gennaio 2012

Oltre i pregiudizi

 

invito_descriminazione 

 

Accademia Europea di Bolzano, EURAC Oltre i pregiudizi Giochi di ruolo, discussioni e musica per una giornata contro la discriminazione L’Associazione Culturale di promozione Sociale (NEVO DROM), Accademia Europea di Bolzano (EURAC) Istituto di tutela delle minoranze, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale ed Etnica (UNAR), PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO propongono una iniziativa di rilievo nell’ambito delle attività di prevenzione e contrasto delle discriminazioni razziali con un evento Socio Culturale e di intrattenimento sui temi della memoria, della discriminazione razziale e di tutela delle minoranze. Premessa La Città di Bolzano come sempre e stata ed ancora oggi e molto sensibile alle culture espresse da varie minoranze, appartenendo ad una provincia che tutela le minoranze etnico – linguistiche tedesca e ladina, presenti sul territorio. La tematica della discriminazione razziale ha una serie infinita di aspetti e problematiche che si rispecchiano e con cui ci confrontiamo in tutti gli ambiti, sul lavoro, in tutti gli ambiti sociali, le implicazioni culturali si riflettono sempre più anche in ambito familiare, per questo motivo è di importanza fondamentale per tutta la comunità una azione di informazione e diffusione della tematica. Pensiamo a come siano diffuse nelle aziende ormai dove il personale è multiculturale e dove al conflitto che si crea naturalmente sul posto di lavoro si debba anche aggiungere la tensione razziale. Anche in ambito Europeo, Nazionale e provinciale esistono politiche antirazziste che faticano ad essere applicate. Anche nel nostro ambito provinciale di minoranze esistono anche minoranze che sono tutelate a livello provinciale ma abbiano ancora grandi difficoltà a livello magari a livello nazionale, come la comunità dei Rom e dei Sinti Quando si parla di minoranze Sinte e Rom, sui media o in incontri “di settore”, si evidenziano spessissimo negli ultimi anni gli aspetti sociali legati alla presenza Sinta e Rom sul territorio e quasi sempre si sottolineano esclusivamente i problemi anche con toni amplificati rispetto alla realtà dei fatti. Raramente vengono evidenziati gli aspetti positivi delle peculiarità culturali, tradizionali Sinte e Rom, tralasciando pregiudizi, paure e pensieri negativi legati a stereotipi che ci accompagnano da sempre. In questo ambito le generazioni che sempre più dovranno affrontare queste tematiche sono le giovani generazioni ed loro sono i primi che in queste tematiche devono essere coinvolti. Come al lavoro così nelle scuole oggi le classi multiculturali sono la norma. Queste sono le motivazioni che inducono nella settimana precedente al giorno della memoria per avvalorare la tematica è volontà della associazione NEVO DROM assieme all’istituto per la tutela delle minoranze di EURAC organizzare un evento socio culturale , con l’obiettivo di creare momenti di incontro tra persone appartenenti a diverse culture, a soddisfare l’interesse di coloro che vogliono conoscere meglio la diversità delle culture Sinte e Rom ed altre minoranze, la identità, le storie e memorie, la quotidianità per portare un messaggio di uguaglianza dei diritti e il godimento della parità tra gli individui che vivono in Europa e nel mondo.  Attività didattiche Per combattere la discriminazione, il razzismo, la xenofobia e per affrontare con consapevolezza le difficoltà e i vantaggi della diversità, il lavoro di sensibilizzazione in ambito giovanile è di fondamentale importanza. Per questo motivo, l’Istituto sui Diritti delle Minoranze dell’EURAC propone nell´ambito della giornata contro il razzismo il gioco Minopoly e il gioco di ruolo Space Migrants 2513 che saranno offerti alle scuole e alle organizzazioni giovanili presenti in Alto Adige/Südtirol. Space Migrants: “Space Migrants 2513” è un gioco di ruolo che permette ai giovani di entrare in contatto con i temi dell’antidiscriminazione, della diversità, del conflitto e del pregiudizio in modo ludico e interattivo. Il gioco promuove un approccio creativo e solidale, e favorisce le competenze sociali, personali e strategiche dei partecipanti. MINopoly:  Cos’é una minoranza? Perché deve essere tutelata? In che modo? Questi interrogativi verranno discussi dagli esperti dell’Istituto sui Diritti delle Minoranze assieme agli studenti. Successivamente gli studenti stessi si caleranno nel ruolo di esperti e viaggeranno per il mondo osservando le caratteristiche dei diversi gruppi e i conflitti etnici in atto per poi tenere una relazione alle Nazioni Unite. Proiezione del documentario “VERA” alla presenza della regista Francesca Melandri Nata a Roma 1964, dove è tornata a vivere dopo vari soggiorni in Asia, Nuova Zelanda e negli Usa e ben quindici anni di residenza in Alto Adige. Francesca Melandri è una sceneggiatrice, scrittrice e documentarista italiana. La scrittrice, ha iniziato giovanissima una lunga carriera di sceneggiatrice, firmando le sceneggiature, tra l’altro, di Zoo di Cristina Comencini (1988), Chiara e gli altri 1 e 2 (1989/90), Fantaghirò di Lamberto Bava(1991), Cristallo di Rocca di Maurizio Zaccaro (1998), Nati ieri di Genovese e Miniero (2006), molti episodi della serie Don Matteo (2001/2009). Ha esordito nella narrativa nel 2010 con ‘Eva dorme’ (Mondadori), un romanzo che ripercorre gli anni del terrorismo sudtirolese. Il romanzo è stato tradotto in tedesco[1], olandese (‘Eva slaapt’ – Cossee 2011). L’edizione francese (‘Eva dort’) è prevista per Gallimard nel 2012. Ha diretto i documentari Nel paese delle case di Lana (1993) e Vera (2010) Tavola Rotonda Razzismo e pregiudizi razziali: presupposti genetici, ambientali, sociali e culturali Se gli si consentisse di avere contatti con stranieri, scoprirebbe che sono persone come lui e che la maggior parte di quanto gli è stato detto di loro è pura menzogna. Il mondo chiuso e separato nel quale vive andrebbe in pezzi e potrebbero svanire la paura, l´odio e l´ipocrisia su cui si basa il suo morale. 1984, George Orwell (1950) Nel momento in cui individui appartenenti a comunità diverse da quelle maggioritarie – come ad esempio, stranieri, musulmani, Rom/Sinti, ebrei – sono sottoposti a forme di razzismo e intolleranza a causa della nazionalità e/o dell´origine culturale, linguistica o religiosa e sono inoltre soggetti a gravi ingiustizie nella fruizione di diritti economici, sociali o culturali, essi tendono a perdere fiducia nella legittimità e capacità dello Stato di rispondere ai loro bisogni individuali. Il disagio indotto dalla discriminazione, nelle sue varie forme, può facilmente scatenare reazioni anche violente e degenerare in un conflitto etnico o religioso difficilmente controllabile. È dunque di assoluta importanza non solo agevolare e garantire la parità di trattamento nonché la protezione da qualsiasi forma di discriminazione, ma anche tutelare le identità e le diversità di tutti gli individui che compongono le nostre società. La presente Tavola Rotonda intende approfondire la tematica del razzismo con le sue diverse articolazioni in ambito genetico, ambientale, sociale e culturale. Interverranno alla tavola rotonda: Guido Barbujani, Docente di genetica e genetica di popolazioni (Università di Ferrara), co-autore del volume “Sono razzista, ma sto cercando di smettere”. Udo Enwereuzor, COSPE/RAXEN Italia (Referente nazionale presso l´Agenzia per i diritti fondamentali dell´Unione europea)  Francesca Melandri, sceneggiatrice, scrittrice e documentarista, regista del documentario “Vera” presentato nel pomeriggio.  Dott. Massimiliano Monnanni, Direttore Generale dell’ufficio nazionale Antidiscriminazioni razziali (UNAR)  Radames Gabrielli, Presidente Associazione Nevo Drom – Presidente Federazione Nazionale Rom e Sinti Insieme  Mamadou Gaye, presidente dell’associazione “Porte Aperte” e del gruppo di lavoro per il regolamento di attuazione del Centro di tutela contro le discriminazioni (Bolzano) Moderazione : Roberta Medda-Windischer, Istituto sui Diritti delle Minoranze (EURAC) Chiusura evento Gruppo Musicale Sinti di Bolzano “NEVES E IL SUO GRUPPO” Un concerto di un complesso Sinto altoatesino di violino e chitarre, con un repertorio di musiche tradizionali Sinte e tzigane eseguita dalla famiglia Storica Bolzanina “Gabrielli,” che sono una famiglia del Popolo dei Sinti, nativa del Trentino Alto Adige da centinaia d’anni, promotori di tantissime serate in tutta la Provincia Altoatesina, i loro interventi di musiche tradizionali, sono tramandate dai propri avi da moltissimi secoli. Da sempre i Gabrielli hanno lavorato con la propria musica, il loro intervento folcloristico musicale tradizionale, inizio nel lontano anno 1965/6, dove fecero la loro prima apparizione con il nome del complesso “i Figli del Vento” portando allegria e sorrisi nei volti di moltissime personaggi altoatesini.

       

Francesca Melandri –                                Guido Barbujani

Quanti oggi conoscono la parola Porraimos ? Pochissimi!

Questo è l’indizio più significativo di come la memoria delle minoranze storiche linguistiche (non riconosciute) Sinte e Rom che ci si ostina a chiamare in maniera etnocentrico “zingari” e “nomadi” fatichi a trovare ascolto e cittadinanza in Italia. Porrajmos è  la parola che nelle lingue Sinte e Rom definisce il divoramento subito in Europa tra il 1934 e il 1945.  I Sinti e i Rom, fin dall’arrivo in Europa nel 1400, sono stati sempre perseguitati, cacciati e banditi da ogni Stato per la loro diversità. Le loro culture e le loro lingue sono sempre stati negate anche se hanno dato un apporto importante alla formazione dell’Europa e dell’Italia. Il culmine della persecuzione è stato raggiunto in un’epoca recente: nel periodo nazista e fascista. Se la memoria della Shoah si affievolisce in vuote celebrazioni istituzionali, la persecuzione razziale subita dai Sinti e dai Rom è stata rimossa o addirittura negata. L’Europa nazista e fascista fu teatro dell’annientamento di almeno la metà dell’intera popolazione Sinta e Rom europea. Cinquecentomila uomini, donne e bambini perseguitati, imprigionati, uccisi, deportati nei lager e seviziati, vittime degli orrendi esperimenti medici nazisti, sterminati nelle camere a gas e nei forni crematori. Nei processi ai nazisti, colpevoli di crimini contro l’umanità che seguirono la liberazione, primo tra tutti quello di Norimberga, Sinti e Rom non ebbero spazio. Le loro sofferenze non solo non vennero mai indennizzate ma nemmeno prese in considerazione. Solo nel 1980 il governo tedesco, in seguito ad una iniziativa della Verband  Deutscher Sinti und Roma, riconobbe ufficialmente che i Sinti e i Rom durante la guerra avevano subito una persecuzione razziale. In Italia le popolazioni Sinte e Rom non hanno ancora ricevuto nessun riconoscimento ufficiale per le persecuzioni su base razziale subite durante la dittatura fascista. La Legge n. 211 del 20 luglio 2000 che istituisce il Giorno della Memoria non ricorda lo sterminio subito dalle popolazioni Sinte e Rom. Oggi esiste una documentazione inequivocabile per affermare che i Sinti e i Rom furono le uniche popolazioni, insieme al popolo ebraico, vittime di uno sterminio di matrice razziale.  Responsabili della folle costruzione razziale italiana contro i Sinti e Rom furono in particolare Renato Semizzi e Guido Landra.

Il prof. Semizzi, docente universitario a Padova e Trieste, mutuava le sue tesi contro i Sinti e Rom dal lavoro di Nicola Pende e con il suo lavoro ha posto le basi della “eugenica italica”, e Guido Landra, incaricato da Benito Mussolini per creare l’“ufficio per gli studi sulla razza” nel suo intervento sulla rivista “la difesa della razza”, all’inizio del 1940, ha catalogato i Sinti e i Rom come razze inferiori e ha auspicato che venissero concentrati in appositi campi.

Qualche mese dopo, l’undici settembre 1940, il Ministero dell’Interno ordinava ai Prefetti del Regno d’Italia l’internamento di tutti i Sinti e Rom italiani (uomini, donne, bambini, anziani), dando avvio al Porrajmos, il divoramento.  I motivi che hanno portato allo sterminio dei Sinti dei Rom, e degli Ebrei e di altre minoranze possono riproporsi oggi, sebbene in un contesto e su scala diversi.

Ciò che dovrebbe farci riflettere è che il Porrajmos e la Shoah furono messi in atto in un periodo in cui la civiltà occidentale era al culmine dello sviluppo culturale ed economico. La Shoah e il Porrajmos sono parte integrante delle costruzioni sociali occidentali, sono stati generati dalla stessa Europa cristiana e cattolica nella quale viviamo oggi. Ecco perché la Shoah e il Porrajmos ci appartengono intimamente.

Perpetrare l’oblio nel quale si rischia di cancellare questi eventi equivale a legittimare un’oltraggiosa indifferenza per tutte le vittime della follia nazi-fascista ma, soprattutto, è il segno di una cecità pericolosa e potenzialmente suicida per la stessa Europa. Ciò che accade oggi in Italia alle popolazioni Sinte e Rom è anche il risultato di questo oblio, di questa ipocrita indulgenza nei confronti della memoria storica propria della società italiana. I Sinti e i Rom sono scacciati, mal tollerati e rinchiusi nei “campi nomadi”. A queste minoranze, italiane da generazioni, viene ancora negato il diritto di essere parte integrante e interagente del Paese.

Ancora oggi in Italia i Sinti e i Rom vengono schedati su base etnica/razziale. Come è successo in Veneto nel marzo 2009, quando sono stati schedati tutti i Sinti e Rom, minori compresi.  Le Forze dell’Ordine (Questura) si sono presentate all’alba negli insediamenti ma anche nelle case e ha fotografato di fronte e di profilo tutte le persone (minori compresi) con un cartello in mano.

L’ex Governo Berlusconi ci ha trattato come una calamità naturale e ha dichiarato lo stato di emergenza in Lombardia,  Lazio e Campania e dal 2009 anche in Veneto e in Piemonte. Una vergogna nazionale che finalmente è stata cancellata poche settimane fa dal Consiglio di Stato.

Perciò il nostro punto di vista del fenomeno discriminazione/razzismo ecc. e questo, oggi che siamo nell’anno 2012, Sinti e Rom, anche se d’etnia diversa, cittadini Italiani a tutti gli effetti, ancora perseguitati, odiati, discriminati e scacciati come secoli fa, l’ultimo gesto di un branco di persone incivili della popolazione  maggioritaria “sperando che sia l’ultimo” e il rogo di Torino, dove per fortuna non sono successe disgrazie molto più grandi e orrendi.

Quali sono le migliori soluzioni ?

Oggi grazie alla Federazione Nazionale Rom e Sinti Insieme in varie città d’Italia si sono create varie associazioni composte maggiormente da Sinti e Rom, che lavorano tutti gratuitamente per dare un futuro migliore sia d’habitat,  lavoro e istruzione scolastica a tutti i Sinti e Rom presenti, ma soprattutto per far conoscere i Sinti e Rom alla popolazione maggioritaria tramite manifestazioni, eventi ecc. come nell’anno 2010 dove e iniziata la Campagna “DOSTA”, un iniziativa di sensibilizzazione per combattere i pregiudizi e gli stereotipi nei confronti dei Sinti e Rom, promossa dal Consiglio d’Europa e coordinata e finanziata in Italia dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) del Dipartimento per le Pari Opportunità.

L’obiettivo principale della campagna era quello di diffondere la conoscenza delle comunità Sinti e Rom attraverso una diversa rappresentazione, più attenta alla nostra quotidianità e meno agli aspetti folkloristici della nostra cultura, coinvolgendo direttamente i Sinti e Rom con una serie di eventi itineranti in varie città italiane, con spettacoli e convegni; particolare attenzione è dedicata alla formazione, con corsi di aggiornamento per gli operatori dell’informazione e dei media, seminari giuridici e un concorso per le scuole.

Nell’anno 2011 esattamente il 9 novembre la Federazione Rom e Sinti Insieme a manifestato pacificamente davanti a Montecitorio, che grazie alle Onorevoli Letizia De Torre e Luisa Gnecchi siamo riusciti a prendere contatto con il governo uscente, alla sala stampa della camera, e grazie al dott. Grezzi al Senato con Pietro Marcenaro dove abbiamo depositato un documento con le nostre richieste per migliorare la vita dei Sinti e Rom, tutti i  9 punti elencati nel documento sono legati insieme, uno senza l’altro non può funzionare, ma anche se tutti i punti sono importanti, i più urgenti e importanti sono:  il riconoscimento dello status di minoranze, il riconoscimento nella legge 211 che istituisce il giorno della memoria, la Modifica del Testo Unico 380/2001 per il superamento dei grandi campi nomadi, e l’applicazione a tutti quelli che lo violano, il DECRETO LEGGE del 26 aprile 1993, n. 122, coordinato con la legge di conversione 25 giugno 1993, n. 205, recante: “Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa”. Lo stesso Documento il 6 dicembre dello stesso anno e stato riconsegnato direttamente a Pietro Marcenaro e al ministro Andrea Riccardi che a espresso chiaramente che oggi in Italia serve una strategia nazionale, strategia nazionale che il 5 aprile 2011 la commissione europea nell’adottare la comunicazione n.173 intitolata “un quadro dell’Unione Europea per le strategie nazionale di integrazione dei Sinti e Rom fino al 2020”,  successivamente approvata dal consiglio nella seduta del 23-24 giugno 2011, che a sollecitato gli stati membri ad elaborare strategie nazionali di inclusione dei Sinti e Rom e ad adottare misure di intervento nell’ambito delle politiche più generali di inclusione sociale per il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni Sinte e Rom, strategia che l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) a già organizzato con dei incontri con le associazioni e Federazioni Sinti e Rom italiane per cercare di attuare insieme una  strategia nazionale vera, concreta, giusta, non solo per i Sinti e Rom, ma anche per tutta la popolazione maggioritaria, perché oggi serve una strategia che ci faccia convivere tutti insieme pacificamente senza discriminarci e odiarci… Sinti, Rom e popolazione maggioritaria uniti per una vita senza discriminazioni e odi razziali. Come dicevo prima, noi Sinti e Rom stiamo lavorando insieme all’Unar per organizzare una strategia nazionale a doc, e oggi qui con noi c’è il dott. Pietro Vulpiani, proprio dell’Unar  che puoi informarvi meglio di me di che cosa si sta parlando e che cosa vuol dire strategia nazionale per i Sinti e Rom oggi in Italia.

Ringrazio per la vostra attenzione e per la vostra presenza.

Radames Gabrielli.

 

23 Gennaio

La persecuzione dei Sinti

In un paese democratico e civile come si autodefinisce l’Italia, succede ancora quello che succedeva moltissimi anni fa, tutti fanno finta di ignorare i pregiudizi discriminatori e razziali verso il popolo dei Sinti, che attraverso dei documenti scritti dagli stessi gage, sono iniziati nel tredicesimo secolo, dove narrano tutti i percorsi delle crudeli persecuzioni subite nel corso dei secoli, ridotti alla schiavitù, obbligati non solo alla servitù, ma anche al combattimento, uccisi per sport o per divertimento e usati per ogni tipo d’esperimento, si dovettero perfino nascondere per L’emanazione della legge “chi ammazzava uno zingaro non commetteva reato” definendoli zingari solamente per spiegare il genocidio commesso, toglievano i bambini dai propri genitori e dati ai contadini solo per estinguere l’etnia d’appartenenza.

La discriminazione, la persecuzione, l’odio razziale, la distruzione, l’umiliazione, la sperimentazione verso tantissime famiglie Sinte ancora più crudele dei secoli passati, arrivò dalla Germania nazista che con i suoi alleati nella seconda guerra mondiale, contribuì quasi all’estinzione, sterminando più di 500 mila Sinti, senza contare quella quantità uccisa e messa nelle fosse comuni o bruciati nelle campagne e boschi, oppure per mancata documentazione e registrazione come e successo nel  campo di concentramento nazista che fu attivo a Bolzano tra l’estate 1944 moltissimi Sinti, compresi le donne e bambini non venivano registrati, perché secondo loro trattandosi di Zingari (denominazione discriminatoria) non serviva, testimonianze rese dai pochi sopravvissuti, per questo motivo l’associazione Nevo Drom “grazie al comune di Bolzano” a voluto depositare una targa commemorativa in memoria di tutti i Sinti periti e passati al campo di Bolzano.

Tantissime famiglie Sinte che vennero dai campi d’Italia al campo di concentramento di  Bolzano, perirono nel campo di sterminio di Auschwitz,  una testimonianza raccontò:

c’era il campo degli zingari che sembrava che era sempre in festa, ballavano e cantavano sempre, forse lo facevano perché erano contenti di essere vivi per un altro giorno e ringraziavano così, ma un mattino mi svegliai e non senti più  niente, in una sera sola li sterminarono tutti quanti, messi nelle camera a gas e bruciati nei forni crematori, nessun Zingaro sopravvisse per testimoniare quello che era successo. 

La discriminazione si notò anche al processo di Norimberga, dove non facendo comparire nessun Sinto a testimoniare e raccontare o denunciare con la propria voce la distruzione, l’orrore, le atrocità e le torture subite nella seconda guerra mondiale, non fu mai reso pubblico e riconosciuto l’olocausto e tutti gli orrori che hanno subito i Sinti in quei anni.

Ma ancora oggi la maggior parte dei Sinti che vivono in Italia subiscono, Quello che è incominciato in Germania nel lontano 1890 oggi nell’anno 2012 in Italia non e ancora finito, la persecuzione e la discriminazione razziale continua ancora, le testimonianze dei Sinti sparsi in Italia, e l’indagine condotta dall’associazione 21 luglio, ci fa scoprire che il fenomeno discriminazione/razzismo oggi che siamo nell’anno 2012, i Sinti sono ancora perseguitati, odiati, discriminati e scacciati o rinchiusi in enormi campi nomadi sotto stretta sorveglianza come secoli fa, l’ultimo gesto di un branco di persone incivili della popolazione  maggioritaria “sperando che sia l’ultimo” e il rogo di Torino, dove per fortuna non sono successe disgrazie molto più grandi e orrendi, come ieri, ancora oggi in Italia, tra dicembre 2009 e gennaio 2012 tantissimi Sinti sono stati foto segnalati al di là del loro status giuridico e quindi anche cittadini italiani con carta d’identità in mano. E’ stata misurata l’altezza, raccolte le impronte digitali e in alcuni casi fotografati anche i tatuaggi ed e stato rilevato che nei campi chi non era Sinto non è stato foto segnalato, perché era un azione razziale svoltesi solo per le popolazioni Sinti, esattamente come nei anni 40/45 in tempo di guerra

Radames Gabrielli.

17 Gennaio 

LA PERSECUZIONE RAZZIALE SUBITA DAI SINTI E ROM NEL CORSO DEI ANNI

1890 –  Organizzato in Germania uno speciale congresso sul tema Zigeunergeschmeiss (“la schiuma zingara”). Le forze militari vengono ufficialmente autorizzate a regolare i movimenti degli zingari.

1899 – Viene istituita a Monaco di Baviera la Zigeunerpolizeistelle, un ufficio di polizia con specifici compiti di controllo sugli zingari. Il corpo nasce in seguito ad un’esplicita richiesta del Servizio informazioni sugli Zingari, creato, nello stesso anno, dal funzionario statale Alfred Dilmann, per lo sviluppo di apposite ricerche sulla comunità Rom e Sinta.

1909 – Un’apposita conferenza dedicata “al problema zingaro” decide di marchiare a caldo tutti i Rom e Sinti tedeschi per una più facile identificazione.

1920 – Karl Binding ed Alfred Hoche, introducono la nozione “delle vite indegne di vita” suggerendo la sterilizzazione e l’eliminazione dell’intera comunità Rom e Sinta. Questa nozione verrà eletta a fondamento delle teorie sulla razza del nazismo del 1933.

1922 – Tutti gli zingari presenti in territorio tedesco devono essere fotografati e rilasciare le proprie impronte digitali.

16 luglio 1926 – In Baviera l’Ufficio Centrale per la lotta alla piaga zingara vara legge numero 17 detta “Zigeuner- und Arbeitsscheuengesetz” (Legge contro zingari e renitenti al lavoro). Un provvedimento che, oltre ad impedire l’accesso in territorio tedesco, creava una sorta di ghettizzazione per tutti quei Rom e Sinti già presenti in Baviera. Un’imposizione che si conforma come una palese violazione dei termini della costituzione di Weimar.

1927 – In Baviera vengono sviluppati i primi “campi speciali” per incarcerare gli zingari. Otto mila Rom e Sinti verranno reclusi in questi autentici proto campi di concentramento.

1928 – Tutti i Rom sono posti sotto sorveglianza permanente della polizia. Il professor Hans Gunther pubblica un documento in cui sostiene che gli zingari “hanno introdotto l’anima straniera in Europa”. Aumenta il numero dei “campi speciali”.

1930 – Avviate le procedure di sterilizzazione per tutti i Rom e Sinti della Germania.

1933 – Il Nazismo introduce una legge per legalizzare la sterilizzazione postulata dai dettami dell’eugenetica. Un provvedimento adottato per prevenire il dilagare di “zingari e la maggior parte dei tedeschi di colore nero”.

1934 – Consolidati i metodi di schedatura, sterilizzazione e deportazione principalmente verso campi di concentramento di Dachau, Dieselstrasse, Sachsenhausen. Due leggi pubblicate durante quest’anno proibiscono ai tedeschi di sposarsi con “ebrei, zingari e negri”.

1935 – Promulgate le Leggi di Norimberga. Secondo tale provvedimento gli zingari devono essere perseguiti a protezione dell’anima e dell’onore tedesco. L’ unione con la gente bianca è rigorosamente proibita.

1938 – Tobias Portschy pubblica “Die Zigeunerfrage”, fondamento ideologico dello sterminio zingaro.

12-18 giugno 1938 – Si svolge la Zigeuneraufraumungswoche (la settimana di pulizia dagli zingari”). Centinaia di Rom e Sinti in Germania ed Austria sono arrestati, malmenati ed imprigionati. Himmler predispone che determinati Rom e Sinti siano mantenuti in vita alla stregua di “monumenti storico-antropologici” affinché gli li si possa nel tempo studiare. Raccomandazione mai rispettata.

8 dicembre 1938 – Heinrich Himmler emana un decreto fondamentale nella storia dello sterminio zingaro. Il provvedimento, il cosiddetto Zigeunererlass, riguarderà, per la prima volta, esclusivamente la “razza zingara”, suddivisa in zingari nazionali e stranieri. Mentre per questi ultimi veniva espressamente vietato l’ingresso in territorio tedesco, per i primi diventava possibile, attraverso una lunga serie di acrobazie burocratiche, ottenere documenti e carte d’identità eccezion fatta per il porto d’armi.

1939 – Reinhard Heidrich, per ordine di Adolf Hitler, vara il cosiddetto “editto di insediamento”, in base al quale tutti gli zingari vengono obbligati a risiedere in campi di abitazione, appositi quartieri-ghetto collocati nelle periferie cittadine.

7 ottobre 1939 – Himmler riceve il titolo di Commissario del Reich per il rafforzamento della nazione tedesca. Di sua piena competenza diventano i trasferimenti delle popolazioni “indesiderate”.

1940  – La prima massiccia azione genocidale dell’Olocausto avviene in gennaio quando 250 bambini Rom e Sinti sono usati come cavie per esaminare gli effetti del cristallo del cianuro al campo di concentramento di Buchenwald. La prima deportazione “ufficiale”, espressamente richiesta dal Reich avviene il giorno 27 aprile quando, seguendo una direttiva del decreto VB n.94/40, si disponeva il trasferimento forzato degli zingari in stirpi chiuse nel cosiddetto Governatorato generale della Polonia occupata.

26 maggio 1940 – Viene aperto il campo di concentramento di Auschwitz: il più grande campo del Reich.

1941 – I Rom e Sinti sono le prime popolazioni cui viene espressamente proibito di prestare servizio nell’ esercito.

31 luglio 1941 – Heydrich, capo dell’ufficio principale di sicurezza di Reich, mette in moto la macchina dell’Endlosung, la soluzione finale per uccidere tutti gli ebrei, gli zingari ed i malati di mente. Comincia l’Olocausto.

24 dicembre 1941 – Ottocento Rom e Sinti sono assassinati in un’azione nella notte in Crimea.

16 dicembre 1942 – Himmler emana il cosiddetto Auschwitzerlass; un atto che prescriveva il totale internamento nel campo di Auschwitz degli zingari senza alcuna considerazione in merito alla loro presunta o effettiva “purezza razziale”.

1° agosto 1944 – Quattromila Rom e Sinti sono gassati ed inceneriti a Auschwitz-Birkenau durante l’azione ricordata come Zigeunernacht.

1945 – Con la fine della guerra, la popolazione zingara annientata dai nazisti oscillerà tra il 70% e l’80% . Nessun Rom o Sinto è stato chiamato a testimoniare durante il processo di Norimberga e, di conseguenza, nessuna riparazione è mai stata pagata ai Rom e Sinti come vittime dell’olocausto.